IL GIOCO DEI RE E DELLE REGINE

Se avessimo il potere di dettar legge nel mondo, che cosa decideremmo?

regina.pngLunedì 10 ottobre 2011 ha avuto luogo il primo incontro del Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini del Comune di Cervia. Anna Cannolicchio, la coordinatrice del progetto, ha aperto l’incontro con la presentazione del consiglio e con il benvenuto ai nuovi arrivati! Ai saluti si sono aggiunti il Sindaco Roberto Zoffoli e il neo assessore all’istruzione Michela Bianchi. L’incontro è stato condotto dall’educatore Michele Dotti, che già da quattro anni segue il progetto e guida i ragazzi in questo percorso. Michele ha fatto una premessa importante: l’esistenza dei Consigli Comunali o Consulte dei ragazzi sono un’istituzione molto recente. Fino a pochi anni fa era impensabile. La storia dell’uomo può essere vista come un progressivo allargamento della democrazia e della partecipazione. E’ importante che in ogni periodo storico qualsiasi persona abbia il diritto di esprimere il proprio pensiero, che siano uomini, donne, adulti, bambini, anziani o immigrati. Dopo tali premesse, Michele ha mostrato ai bambini una corona. Con questa corona ha proposto un gioco: a turno, ogni consigliere doveva immaginare di essere re o regina del mondo, e dire ciò che avrebbe ordinato di fare se avesse avuto il potere assoluto di decidere e fare leggi; scegliere di adibire più zone al verde e meno alle fabbriche, dare più aiuto ai popoli poveri, fare rispettare ai cittadini le regole civili, alcuni esempi. Quest’attività ha avuto lo scopo di ricordare il ruolo assunto in questi ultimi anni dal consiglio comunale delle bambine e dei bambini, ricordando che ognuno di noi, quotidianamente, può collaborare per la costruzione di un mondo migliore.

 

 

UN SOGNO PUO’ DIVENTARE REALTA’!

Un video per imparare a darsi da fare e a puntare in alto

bambinithailandesi.pngDurante uno dei primi incontri, Michele ci ha mostrato un video che parla di un gruppo di ragazzi, alcuni piccoli e altri grandi. Loro vivono in un povero villaggio thailandese. Il loro grande desiderio è quello di avere un campo da calcio su cui allenarsi e fare partite. Purtroppo il loro villaggio si trova su una piccola isola e non esistono spazi sufficiente per praticare uno sport che non sia la pesca o la corsa con le barche. Contro la diffidenza dei concittadini, i bambini riescono a costruire un campo di legno sull’acqua. Diventano molto bravi così decidono di partecipare ad un torneo di calcio. Le prime partite le vincono facilmente, ma alla semifinale la squadra avversaria è molto forte. Piove, l’acqua entra nelle scarpe e li rende più lenti. Il primo tempo  sono in svantaggio di due goal; devono trovare una soluzione perciò si tolgono le scarpe e decidono di giocare come hanno sempre fatto, cioè a piedi nudi. Riescono così a pareggiare; ma all’ultimo minuto gli avversari segnano un goal. I bambini sono comunque molto felici, hanno giocato un bellissimo torneo. Adesso sono adulti ed hanno vinto moltissimi campionati. Michele ci ha mostrato questo filmato per farci riflettere sull’importanza di condividere delle idee, dei progetti, che forse possono sembrare agli occhi di tutti solo dei sogni, ma anche un sogno può diventare realtà se ci impegniamo e lavoriamo sodo per realizzarlo.

 Alessia Morigi

 

I nostri desideri 

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Dopo aver visto il filmato su i bambini thailandesi, con Michele abbiamo iniziato a parlare dei nostri desideri, di come vorremmo la nostra scuola, la nostra città e il nostro mondo. Ecco alcune dei nostri desideri suddivisi per argomento.

Scuola

· Mensa, qualità migliore e più varietà;

· Zaini troppo pesanti, possibilità di lasciare un po’di libri a scuola;

· Ricreazione più lunga;

· Sistemare il materiale scolastico rotto e rovinato;

· Più attività fisica;

· Manutenzioni più veloci.

· Bidelli o insegnanti disponibili per laboratori pomeridiani

Tempo libero

· Più attività extrascolastiche;

· Più laboratori col brutto tempo.

Edilizia:

· Costruzioni più sicure,

· Rinforzare le abitazioni già esistenti;

· Ricostruire per non togliere spazi verdi,

· Più edilizia popolare;

· Restauro vecchie colonie per  laboratori;

Ambiente:

· Cercare di risparmiare energia/acqua/carta;

· No alla caccia;

· Mantenere le pinete pulite e sicure;

· Tenere pulito il letto dei fiumi e dei canali.

Strade:

· Sistemare le strade;

· Sistemare le tettoie delle fermate dell’autobus;

· Costruire più marciapiedi

Comportamenti e relazioni

· Smettere di fumare

· Avere più rispetto ed educazione verso gli altri

· Rispettare gli orari

· Combattere il vandalismo

· Conoscere meglio il fenomeno dell’immigrazione

· Essere sensibili alla sobrietà

 

Al termine dell’incontro abbiamo riflettuto e ci siamo chiesti “Ma che cosa possiamo fare noi?”

 

 

 

DIMMI COME RIFIUTI E TI DIRO’ CHI SEI!

Indagine sullo stato della raccolta differenziata nelle nostre scuole

Il Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini ha deciso di fare un’indagine sullo stato della raccolta differenziata nelle nostre scuole. Per prima cosa ci siamo chiesti quanto conoscono l’argomento i nostri compagni di classe. Abbiamo somministrato un test a 393 studenti. Il test consisteva nel mettere una crocetta nella risposta giusta. Ad esempio, una delle domande chiedeva: quale fra questi oggetti non bisogna inserire nella campana per la raccolta del vetro? Le scelte: la bottiglia del latte, una lampadina fulminata, un bicchiere rotto. La maggior parte dei ragazzi è risultata essere “eco-talentuosa”, ossia abbastanza informata sulle regole del riciclo ed interessata ai temi ambientali. Abbiamo osservato se in tutte le classi sono presenti i contenitori per la raccolta differenziata. I dati sono stati rilevati in 91 classi. La maggior parte possiede, oltre al cestino della raccolta indifferenziata, 2 cestini per la raccolta differenziata (generalmente carta e plastica). Segue una buona percentuale di classi con 3 cestini (carta, plastica, vetro e lattine). C’è, però, anche una buona percentuale di classi che non possiede alcun raccoglitore per differenziare i rifiuti. Poi ci sono situazioni eccellenti, dove alcune classi possiedono addirittura il cestino per l’organico (vedi grafico sotto). Abbiamo proseguito la nostra ricerca sullo stato della raccolta differenziata delle scuole ed abbiamo deciso di scattare delle foto. Ogni rappresentante della scuola da cui proveniva è stato incaricato di fare delle foto ai bidoni dei rifiuti, ai corridoi e alla classe prima e dopo la ricreazione. Tutto questo per valutare se le scuole sono pulite e se gli alunni riciclano. Una volta giunti alla riunione del consiglio, abbiamo visto le foto scattate. Abbiamo notato che nelle scuole elementari i bambini rispettano maggiormente le regole della raccolta differenziata mentre alle medie i ragazzi sono un po’ più distratti. Come mai? Ci siamo chiesti come fare a diffondere l’importanza di fare la raccolta differenziata. Abbiamo pensato che dare il buon esempio da parte nostra è, innanzitutto, un ottimo strumento di diffusione di questo comportamento. In secondo luogo, abbiamo pensato di creare una presentazione in power point sull’argomento da far poi circolare nelle scuole e in tutte quelle occasioni in cui si può mostrare (feste di paese, riunioni, …).

 Lisa Mazzotti, Ilaria Bedei, Samuele Manuzzi


Vedi presentazione in power point del lavoro svolto sulla raccolta differenziata 

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Regole per effettuare una CORRETTA RACCOLTA DEI RIFIUTI

1. DIFFERENZIA i rifiuti in base al materiale di cui sono fatti

2. RIDUCI sempre, se possibile, il volume degli imballaggi:schiaccia le lattine e le bottiglie di plastica richiudendole poi con il tappo, comprimi carta e cartone. Se fai questo, renderai più efficace il servizio di raccolta differenziata.

3. DIVIDI, quando è possibile, gli imballaggi composti da più materiali, ad esempio i contenitori di plastica delle merendine dalla vaschetta di cartone oppure i barattoli di vetro dal tappo di metallo. Se fai questo, limiterai le impurità e permetterai di riciclare più materiale.

4. RIMUOVI gli scarti e i residui di cibo dagli imballaggiprima di metterli nei contenitori per la raccolta differenziata. Se fai questo, ridurrai le quantità di materiali che vengono scartate.

5. RICORDA di mettere nell’indifferenziato le confezioni troppo sporche

6. SEGUI le indicazioni per la raccolta riportate sulle confezioni, se presenti

7. NON BUTTARE rifiuti nel contenitore sbagliato

8. PORTA al centro di raccolta i rifiuti ingombranti e pericolosi

9. SE HAI DUBBI sulla raccolta rivolgiti al gestore del servizio pubblico

 

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Regole per effettuare una RACCOLTA DI QUALITA’

CARTA: ricorda che la carta unta, sporca di cibo o di altre sostanze non è riciclabile

PLASTICA: vuota, schiaccia e tappa le bottiglie di plastica, pulisci gli imballaggi sporchi

ACCIAIO E ALLUMINIO: rimuovi i resti di cibo dalle vaschette in alluminio e dalle scatolette in acciaio

VETRO: non introdurre porcellana, ceramica o lampadine insieme al vetro

LEGNO: ricorda di portare le cassette di legno nei centri di raccolta rifiuti del territorio

UMIDO: non usare sacchetti di plastica per la raccolta dell’umido

VERDE: spezza in più parti i tronchi e i rami più grossi, lega in fascine le ramaglie

 

Per approfondimenti sul tema visita il sito www.ermesambiente.it/rifiuti

 

 

 

 

 

 

 

 

SE LE CONOSCI, LE EVITI!

Indagine sulla conoscenza degli effetti nocivi delle onde elettromagnetiche emesse dai cellulari

 

Cellulare1.pngAnche per scoprire quanto i nostri coetanei sono informati sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche, abbiamo somministrato un test. Il test sull’elettromagnetismo consisteva nell’osservare delle fotografie con alcune persone che parlavano al cellulare e scrivere sui puntini sotto all’immagine se era corretto o no l’uso che la persona faceva del cellulare e il perché. I nostri compagni di scuola sono sembrati meno a conoscenza del fatto che lunghe telefonate senza auricolare sono dannose, che non sia opportuno tenere il cellulare vicino al corpo e qualcuno sembra trascurare quanto sia dannoso dormire con il cellulare sotto il cuscino. Abbiamo pensato, anche per l’elettrosmog, che dare il buon esempio da parte nostra è un modo ottimo per diffondere un corretto comportamento tra i nostri coetanei e i nostri amici e parenti. Anche in questo caso, abbiamo ritenuto importante realizzare una presentazione in power point che spiega le 6 regole fondamentali per evitare gli effetti nocivi delle onde elettromagnetiche sulla nostra salute. Per ogni regola abbiamo realizzato dei fumetti un po’ comici sull’argomento.

Ilaria Bedei e Samuele Manuzzi

Ecco le 6 regole per usare correttamente il cellulare

1. Usa l’auricolare per diminuire l’effetto delle onde elettromagnetiche sulla tua testa (no blue-tooth) oppure usa il viva voce. In auto, per legge, devi usare l’auricolare o il viva voce.

2. Se non hai l’auricolare o non usi il viva voce, evita di fare lunghe telefonate (solo pochi minuti), alterna spesso l’orecchio durante la conversazione, e quando fai una chiamata aspetta che ti rispondano prima di avvicinare il cellulare all’orecchio.

3. Telefona quando c’è pieno campo altrimenti il cellulare aumenta la potenza delle emissioni sul tuo orecchio

4. Durante il giorno non tenere il telefonino acceso in tasca o a contatto con il corpo; appena puoi riponilo sul tavolo, negli indumenti appesi o nella borsa

5. Durante la notte non tenere il cellulare acceso sul comodino o peggio sotto il cuscino, e non ricaricarlo vicino al letto.

6. L’uso del cellulare da parte dei bambini dovrebbe essere limitato

 

Ecco la presentazione che abbiamo realizzato


20 novembre: Giornata Mondiale della Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia

La bambina che zittì il mondo per 6 minuti

Severn Suzuki.pngNel 1992 Severn Suzuki non era altro che una bambina. Era una bambina e, al contrario di tanti suoi coetanei, preferì andare al “Vertice della Terra delle Nazioni Unite” a Rio de Janeiro piuttosto che giocare. Fece una raccolta fondi e con una delegazione di suoi coetanei arrivò a parlare davanti ai potenti (o presunti tali) del mondo. Severn Suzuki aveva 12 anni, ma quel giorno ebbe una capacità d’analisi degna di un premio Nobel. Zittì il mondo con un discorso che durò poco più di sei minuti. Non fu un vero e proprio un j’accuse, ma semplicemente un punto di vista sfociato in una richiesta di un mondo migliore. Quella bambina canadese 18 anni fa, impugnò il microfono e nella maniera più ingenua e pura possibile chiese ai rappresentanti delle Nazioni Unite: “Come mai se voi grandi insegnate a noi bambini di essere generosi fate le guerre e non utilizzate quelle forze e quei soldi per sfamare chi non mangia?”. L’innocenza di un bambino, come è noto, è in grado di essere molto più persuadente di una qualsiasi strategia e pianificazione di un adulto. Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono dei buchi nell’ozono ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene” esternava così le proprie ansie e le proprie considerazioni. E richiedeva, ancora in quella maniera pura e cristallina “non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto. Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo”. Severn Suzuki è cresciuta e oggi ha 30 anni. Ha continuato il suo attivismo dimostrato in tenera età, collaborando in modo reale e concreto alla tutela ambientale.

Qualcosa è cambiato!

 Anche se molte cose non sembrano cambiate dal discorso di Suzuki e ci troviamo a ripetere, ancora oggi a distanza di 20 anni, le stesse richieste di un mondo migliore, non bisogna pensare che non siano stati fatti dei progressi. Per esempio, provate ad andare sul sito www.buonenotizie.it e potrete trovare tante  iniziative, esperienze, progetti molto positivi. Ecco alcune delle ultime buone notizie in campo ambientale:

¨ Un quartiere ecosostenibile, con palazzi pensati per ridurre l’inquinamento atmosferico, verde pensile e alghe che producono ossigeno. Non è una favola ma un nuovo innovativo progetto che si sta realizzando in una città della Cina.

¨ Finalmente anche i piatti e i bicchieri di plastica monouso possono essere inseriti nel normale circuito della raccolta differenziata degli imballaggi di plastica

¨ Innovazione e sostenibilità insieme per un parco giochi. L’innovativo parco di Roma prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici sia sulle strutture ludiche che all’interno dell’area gioco: per accumulare energia durante il giorno e restituirla quando cala il sole. Lo scopo è quello di ottenere uno spazio ben illuminato anche quando c’è buio, evitando così atti vandalici e frequentazioni poco raccomandabili. Inoltre viene impiegata un’energia pulita e rinnovabile, quella solare, che permette anche di risparmiare consumi dell’illuminazione pubblica, eliminando i classici lampioni in favore di un suggestivo spettacolo regalato da “giochi luminosi”.

Quindi possiamo concludere, riprendendo il titolo di un libro di cui è autore anche il nostro Michele, “non è vero che tutto va peggio … il mondo continua a migliorare anche se non sembra” che ci esorta a non abbatterci, ad avere fiducia nel futuro e continuare ad impegnarci per un mondo migliore perché le premesse ci sono.

 

 

PROVIN-GI-OCA

Un gioco dell’oca scaturito dalla partecipazione al Progetto Concittadini

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Il Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini del Comune di Cervia aderisce a “Con-cittadini”, un progetto della Regione Emilia-Romagna. “Con-cittadini” permette a noi giovani di conoscere le istituzioni locali ed in particolare l’Assemblea Legislativa, il parlamento della nostra Regione. La Regione Emilia Romagna è composta da 9 Province, fra queste la Provincia di Ravenna che rappresenta 18 Comuni e quindi anche il Comune di Cervia. Il progetto “Con-cittadini” prevede 3 incontri presso la Provincia di Ravenna dove i rappresentanti dei vari Consigli Comunali dei Ragazzi si incontrano. Ogni anno si stabilisce un argomento riguardante il tema della partecipazione, della democrazia, delle regole, ed i rappresentanti politici sono invitati a confrontarsi con i ragazzi su questi temi. Gli strumenti utilizzati sono sempre diversi: 2 anni fa abbiamo trattato il tema dei diritti e dei doveri attraverso la creazione di un album fotografico, lo scorso anno abbiamo sviluppato il concetto di “benessere” 

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facendo un intervento radiofonico su RadioWeb mentre quest’anno costruiremo un grande gioco dell’oca sui temi trattati da ogni Consiglio e, giocheremo in piazza  anche con i rappresentanti politici. Il progetto ha termine con un ultimo incontro presso l’Assemblea Legislativa a Bologna dove ogni realtà provinciale presenta il proprio lavoro. Tutti i percorsi e gli sviluppi del progetto “Con-cittadini” possono essere visionati sul sito “studenti&cittadini” della Regione Emilia-Romagna.


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Per maggiori informazioni sul progetto “Concittadini” puoi andare sul sito:

www.assemblealegislativa.regione. emilia-romagna.it/studenticittadini/


UN INCONTRO “EUROPEO”

Resoconto di una mattina al Consiglio Comunale della città

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Martedì 17 aprile abbiamo incontrato i ragazzi del progetto europeo “Flow4yu” che provengono da città della Svezia, della Finlandia, della Croazia e dalle città di Ravenna e Fidenza. Ci siamo riuniti nella Sala del Consiglio Comunale “dei grandi”. Erano presenti anche alcuni insegnanti della città tedesca di Aalen, gemellata con la città di Cervia. La mattina si è aperta con il saluto del Sindaco Roberto Zoffoli. Il Primo Cittadino ha detto che la nostra città ha stretti rapporti con gli altri Stati Europei e perciò era contento della visita. Il discorso del Sindaco è stato tradotto in inglese e, con nostro stupore, ci siamo resi conto che, ragazzi con pochi anni in più di noi, sapevano perfettamente l’inglese. In seguito la traduttrice ha spiegato ai nostri ospiti come è suddivisa la città e ha raccontato brevemente la sua storia. Anna Cannolicchio ha introdotto brevemente il nostro consiglio comunale e i lavori che svolgiamo durante l’anno. In seguito, io ho approfondito il funzionamento del nostro consiglio. Lisa e Filippo hanno spiegato ai nostri ospiti i temi della raccolta differenziata dei rifiuti e dell’elettrosmog. Infine, Samantha ci ha parlato del Progetto “Con-Cittadini”. Per concludere, i nostri ospiti, ci hanno fatto qualche domanda a cui noi abbiamo risposto entusiasti, scoprendo che anche negli stati della Svezia e della Finlandia esistono consigli dei ragazzi.

Luca Bagnolini

Curiosità: Quando sono nati i Consigli dei ragazzi?

I Consigli Comunali dei Ragazzi vengono istituiti, per la prima volta, in Francia nel 1979, proclamato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Infanzia”. In quell’anno il sindaco e i rappresentanti locali di Schiltegheim, un piccolo comune dell’Alsazia (Francia orientale), immaginarono di poter creare una struttura in cui i giovani potessero essere, in prima persona, portavoce dei propri interessi secondo diverse fasce d’età. Gradualmente l’esperienza si è diffusa negli altri paesi europei.

In Italia i primi Consigli Comunali dei Ragazzi sono stati istituiti nel 1993 (Morrovalle e Tolentino, ambedue in provincia di Macerata) e attivati per scelta autonoma di alcuni sindaci che hanno raccolto l’invito dell’UNICEF ad attivarsi quali “difensori dei bambini”.

Il Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini di Cervia è nato ufficialmente nel 2003.

 

Il percorso svolto dal Consiglio nell’anno scolastico 2010/2011

 

Il Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini quest’anno si è parecchio rinnovato. I ragazzi più grandi sono andati alle scuole superiori ed il consiglio si è riempito di volti nuovi.

I primi incontri, come di consueto, sono stati rivolti alla conoscenza, alla riflessione sul senso di partecipazione e alla condivisione di regole.

L’obiettivo, quest’anno, è stato quello di decidere uno o due argomenti da elaborare e realizzare nell’arco di due anni.

 

 

IMPARIAMO A DECIDERE INSIEME: il gioco dei naufraghi

 

Immagine decidere.gifDurante il primo incontro di quest’anno,  il nostro formatore, Michele Dotti, ci ha proposto un’attività chiamata “Il gioco dei naufraghi”. Questo gioco è servito per capire l’importanza dello stare insieme e comprendere la difficoltà di decidere e prendere una decisione in gruppo.

Dovevamo immaginare di essere su una nave che stava per affondare nei pressi di un’isola deserta; ci è stato dato un elenco di 20 oggetti e in circa mezz’ora dovevamo sceglierne dieci da portare con noi, dovevamo scegliere gli oggetti che ritenevamo più importanti per la nostra sopravvivenza. La scelta è stata fatta prima individualmente, poi a coppie, a gruppi di quattro, poi otto ed infine tutti insieme. Per arrivare alla scelta finale  ci sono stati un confronto ed una discussione perché ognuno di noi era convinto delle proprie scelte. All’inizio sembrava facile, poi col passare del tempo le cose si sono complicate! Abbiamo così capito che non è semplice prendere una decisione in gruppo.

Alla fine di questa bella attività ne abbiamo approfittato per darci delle regole da mettere in pratica in qualsiasi momento ci troviamo a lavorare insieme agli altri: rispettarsi, ascoltarsi, aiutarsi, accogliersi, riportare ai propri compagni le idee.

 

Lucilla, Elena, Mattia

 

Cosa VOGLIAMO? No, cosa POSSIAMO FARE!

 

Dopo il gioco dei naufraghi, i nostri ragazzi hanno iniziato ad esprimere liberamente i loro pensieri e i loro desideri. La domanda era: “cosa necessitano la vostra scuola e la vostra città per essere migliori?”

Le proposte, le segnalazioni e le idee emerse sono state tantissime e di vario tipo: necessità di avere maggiore materiale a scuola, spazi scolastici più ampi, costruzione di piste ciclabili, incroci pericolosi da segnalare, illuminazione pubblica da potenziare, parchi pubblici da pulire bene ecc…..

L’elenco delle cose da fare per rendere la propria città e le proprie scuole migliori poteva durare all’infinito ma fare un elenco non risolveva molto.

Cosa fare allora?

Innanzitutto bisognava chiedersi a chi queste segnalazioni e richieste andavano rivolte: tutte alla stessa persona? Al Sindaco? Al Dirigente Scolastico? Agli insegnanti? Ai genitori?

La risposta ovviamente era no, non tutte alla stessa persona. Inoltre sorgeva un’altra domanda: ogni questione era da riportare subito alla persona referente oppure era importante vedere se prima si poteva risolvere con un po’ di buona volontà da sé con i propri coetanei, con le proprie maestre, i propri genitori?

Solo le segnalazioni/richieste che non potevano essere risolte da sé, dovevano essere riportate alla persona referente, ma a questo punto era necessario tener conto di costi e tempi tecnici di realizzazione.

A questo punto i ragazzi hanno scoperto che la domanda diventava un’altra: “cosa possiamo fare noi per una scuola, per una città, per un mondo migliore?” ossia quali erano per i ragazzi i temi più cari sui quali potevano fare qualcosa direttamente, in prima persona.

Il gruppo ha effettuato la scelta sulla base di un criterio: l’argomento da trattare doveva riguardare tutti i loro coetanei e famiglie, indipendentemente dalla scuola e dal paese di provenienza. Presupposto ciò, la scelta tra le cose elencate è diventata piuttosto semplice: l’uso corretto del cellulare e la raccolta differenziata.

Riguardo il primo argomento ai ragazzi interessava diffondere la conoscenza per un uso “sano” e rispettoso del cellulare, strumento di comunicazione oramai utilizzato da tutti, anche dai più piccoli. Riguardo alla raccolta differenziata, il consiglio era interessato a promuovere l’importanza di tale abitudine e un senso di responsabilità nei coetanei.

 

I ragazzi si sono suddivisi in 2 gruppi, uno su elettromagnetismo ed uno su raccolta differenziata, per iniziare ad approfondire gli argomenti e studiare delle azioni.

Il lavoro svolto ha avuto l’obiettivo di far riflettere sul fatto ogni persona, ogni cittadino ha la sua piccola parte di responsabilità nella costruzione di una società migliore e che l’elenco delle lamentele, la delega ad altri non portano lontano. Si è cercato di far riflettere sul fatto che ci sono diversi livelli di responsabilità/potere, partendo dalle persone a noi più vicine. Si è riflettuto, infine,  sul fatto che chiedere non vuol dire ottenere, non vuol dire pretendere, ma vuol dire anche informarsi, conoscere e ragionare in quale contesto si pone la propria richiesta, e  che cosa serve per realizzarla.

Queste riflessioni non hanno voluto disincentivare i ragazzi dal segnalare quanto loro vedono e notano nelle loro scuole e nella loro città, anzi hanno cercato di promuovere uno sguardo più attento, più consapevole e più responsabile.